L’importanza del Mare nello scenario geopolitico di nostro interesse (II parte)
...continua da prima parte...
Completano il quadro l’ascesa di nuove potenze regionali e lo spostamento del focus statunitense verso l’Oceano Pacifico, che comporta una significativa riduzione della presenza della Marina americana nel Mediterraneo e la conseguente necessità di una maggiore assunzione di responsabilità e di un maggiore impegno in termini di presenza e sorveglianza marittima da parte dell’Italia e della Marina.
Quest’ultimo aspetto deve, peraltro, essere messo a sistema con l’intensificazione della contesa tra regime convenzionale dell’Alto Mare e la “territorializzazione” di ampie zone di mare per l’esclusivo utilizzo delle risorse naturali da parte di alcuni Paesi emergenti, con il conseguente insorgere di contenziosi internazionali legati al mare. Per manifestare la volontà di non riconoscere le dichiarazioni unilaterali, a tutela del diritto internazionale e per salvaguardare gli interessi nazionali, è necessaria una continua presenza di unità navali nelle aree interessate.
- traffici illeciti (esseri umani, armi convenzionali, minerali preziosi e non);
- proliferazione di armi di distruzione di massa o componenti e/o materiali necessari per la loro fabbricazione;
- collocazione di ordigni esplosivi subacquei presso strutture ed installazioni portuali o costiere nazionali da parte di organizzazioni criminali;
- inquinamento marino intenzionale (ecoterrorismo);
- impiego di relitti per scopi illeciti/illegali;
- pirateria e depredazione armata in mare, attraverso l’impiego di sistemi d’arma ad alta letalità.
c) Nello scenario delineato, che evidenzia le conseguenze rilevanti per la nostra economia, la difficoltà più insidiosa è tuttavia rappresentata dalla generale inconsapevolezza nell’opinione pubblica della dipendenza dal mare della nostra prosperità, della nostra sicurezza e, di conseguenza, dell’importanza del ruolo della Marina, quale principale custode del destino marittimo della Nazione.
Si tratta evidentemente di un fattore culturale che costituisce una delle criticità più perniciose. È necessario affrontarla con determinazione, aprendo la Marina alla società civile e stabilendo nuove sinergie interministeriali, ad esempio con il Ministero dell’Ambiente, con quello dell’Istruzione, Università e Ricerca, dei Beni ed Attività Culturali, delle Politiche Agricole (per la vigilanza pesca) oltre che con gli altri protagonisti della ricerca marina, per mettere a sistema il patrimonio delle varie realtà marittime operanti nel Paese.
Bisogna diffondere la cultura del mare e della sua tutela, in particolare nelle scuole e tra i giovani. È necessario inoltre che le navi aumentino la loro presenza nei porti nazionali diversi da quelli di normale gravitazione, perché la Marina sia meglio conosciuta dalla popolazione. È, infine, importante valorizzare le opportunità offerte dalle iniziative dell’Unione Europea nel campo della cultura, della ricerca, della formazione e delle attività commerciali correlate al mare.
[1] Elementi caratterizzanti uno Stato fallito possono essere: la perdita di controllo fisico del suo territorio, o del monopolio dell'uso legittimo della forza fisica; l’erosione della legittima autorità per prendere decisioni collettive; l'incapacità di fornire servizi pubblici adeguati; l'incapacità di interagire con altri Stati come membro a pieno titolo della comunità internazionale.
[2] Non State Actor (NSA), soggetto politico agente a livello internazionale con un potere in grado di influenzare/modificare lo scenario. Sono definite 5 forme di NSA: NGO = non governmental organization, MNC /TNC = multinazionali, aziende transnazionali, VNSA = NSA violenti come i gruppi terroristici o il crimine internazionale transnazionale, RG = gruppi religiosi e TDC = transantional diaspora communities, ovvero le diaspore.
[3] Nel mondo, durante il 2012, si sono verificati 905 eventi catastrofici, di cui il 93% è riconducibile ad eventi meteorologici. Dal 1980 ad oggi i disastri naturali sono più che raddoppiati e la tendenza è in aumento.
Fonte: WORLDWATCH Institute - Petra Low, Natural Catastrophes in 2012 dominated by U.S. Wheater Extremes – 29 maggio 2013.
[4] Nel 2011 la produzione totale di petrolio è stata di circa 87 milioni di barili al giorno di cui circa la metà trasportata via mare. Fonte: U.S. Energy Information Administration, World Oil Transit Chokepoints.
[5] In poco meno di 10 anni il traffico di container mondiale è raddoppiato, passando da circa 297 mil. di TEU (Twenty-foot Equivalent Unit) nel 2003 a 572 mil. di TEU nel 2011 ed il trend è in aumento. Fonte: The World Bank, Container Port traffic (T.E.O. twenty foot equivalent units). Novembre 2013 – www.worldbank.org
[6] 185 milioni di tonnellate. Dati [6] Confitarma/Censis, IV Rapporto sull’economia del mare, 2011.
[7] Nel 2012 ha attestato il suo consumo a circa 1.3 milioni di barili al giorno, guadagnandosi il 15° posto nella classifica dei consumi mondiali. Fonte: U.S. Energy Information Administration, Country Analysis Note, Italy. Novembre 2013.
[8] Unioncamere-Camcom, Secondo Rapporto sull’Economia del Mare, 2013.
[9] L'Eni è una delle maggiori aziende energetiche integrate al mondo. Presente in 90 Paesi con circa 78.000 dipendenti nel 2013, è attiva nei settori del petrolio, del gas naturale, della petrolchimica, della produzione di energia elettrica, dell'ingegneria e costruzioni. È il sesto gruppo petrolifero mondiale per giro d'affari e detiene anche una posizione di leadership nel mercato europeo del gas naturale.
[10] Sono state recentemente acquisite licenze esplorative in Paesi a elevato potenziale quali Kenia, Liberia, Vietnam, Cipro, nell’offshore Russo e di shale gas in Ucraina nonché in aree di consolidata presenza quali Cina, Pakistan, Indonesia e Norvegia.
[11] Fonte Ministero degli Interni. Novembre 2013.
[12] L’Operazione consiste nel potenziamento del dispositivo di controllo dei flussi migratori già attivo, che la Marina Militare svolge dal 2004 con una nave che incrocia permanentemente nello Stretto di Sicilia e con aeromobili da pattugliamento marittimo. L’avvio dell’operazione ha consentito di incrementare le capacità di sorveglianza e di migliorare al contempo la cornice complessiva di sicurezza in mare.
[13] Il numero di migranti assistiti/soccorsi dalla Marina nell’ultimo anno si è quasi quadruplicato rispetto al valore medio dell’ultimo quinquennio; si è passati da un valore medio nel periodo 2008-2012 di circa 3.000 migranti all’anno, ai circa 10.500 nei primi quattro mesi dell’operazione, con l’arresto di 30 scafisti.