Operazione "Leonte" - Diario Storico - Parte III
4. Conseguenze della rimozione del Blocco Navale
Il sollevamento del Blocco Navale imposto da Israele sul Libano, con almeno 40 giorni di anticipo rispetto a quanto sarebbe stato possibile se fosse stata attesa la Task Force UNIFIL a guida tedesca, ha immediati effetti positivi sulla ripresa economica del Libano e sul recupero delle condizioni di normalità da parte della popolazione civile.
La riacquistata serenità e speranza stempera le tensioni accumulate durante il conflitto e il permanere del Blocco Navale, allontanando il pericolo di una recrudescenza delle violenze.
Il legittimo Governo in carica ritrova forza e credibilità per avviare il processo di ricostruzione del Paese e di recupero delle normali condizioni di vita. È un successo anche per le Nazioni Unite, sovente accusate di essere uno strumento poco efficace e reattivo. In questa occasione, invece, hanno dimostrato tempestività e concretezza.
L’Italia emerge come la Nazione che nella crisi libanese ha voluto essere in prima fila, giocando un ruolo da protagonista nella risoluzione immediata di una situazione critica che rischiava di far precipitare nuovamente il Libano nel baratro della violenza e del conflitto.
Tutto questo è stato possibile grazie alla chiarezza degli obiettivi, sia a livello politico che militare, e alla piena libertà d’azione concessa sul campo che, unitamente alla rapidità decisionale, consentita dalla diretta linea di comando, ha permesso di adattare tempestivamente l’azione alla situazione riuscendo a dare risposte pronte e concrete ai vari interlocutori.
“... Si volta pagina,... stavolta si chiude davvero il Capitolo nero della guerra con Israele. Alle ore 12.30 di ieri il profilo della Portaerei Garibaldi che si staglia all’orizzonte comincia a muoversi verso Nord. È il segnale tanto atteso, l’inizio di una svolta…Israele decide di revocare il Blocco marittimo imposto per 57 giorni e apre le porte del Libano al mondo. È quasi una liberazione. Il bisogno, irrefrenabile, di normalità. La forza navale dell’ONU, diretta dall’Italia con l’Ammiraglio Giuseppe de Giorgi, ha assunto la responsabilità del settore. Mai come ora, in Libano, si registra un consenso così forte nei confronti del nostro Paese...”.
Il conseguimento di tale risultato ha alimentato l’apprezzamento del Libano verso il nostro Paese , con tangibili segni di riconoscenza a tutti i livelli, migliorando i già ottimi rapporti tra i due Paesi.
Ha inoltre ottenuto, di riflesso, il risultato di incrementare le condizioni di sicurezza del nostro contingente a terra, in quanto gli italiani sono ormai visti come coloro che hanno liberato il Libano dall’oppressione del Blocco Navale.
5. La Maritime Task Force - Lebanon
- a. Generalità
Con l’avvio del pattugliamento nelle acque prospicienti il Libano, il giorno 8 settembre 2006, ha inizio la seconda fase della Operazione LEONTE, quella relativa al controllo degli accessi via mare al Libano, in supporto alla Marina Libanese, al fine di prevenire l’ingresso in Libano di armi e materiale bellico senza il consenso dello Stato sovrano.
- b. Composizione
Dall’8 settembre la Maritime Task Force, a guida italiana, al comando dell’Amm.Div. De Giorgi, è stata costituita, in media, da 6 Navi, come riportato nel grafico, di cui almeno 3 Unità Italiane, una Unità Francese, una Greca ed una Inglese.
La Forza Marittima ha assicurato il controllo dello spazio marittimo nell’Area di Interesse (AOI), ampia 12000 NM2, pattugliando i settori assegnati all’interno dell’Area delle Operazioni Marittime (AMO), ampia 5000 NM2.
Per l’assegnazione dei settori di pattugliamento è stato considerato un grigliato 4W, con il punto N13 (centro del grigliato) in posizione 3400N-03500E.
Il numero medio di Unità assegnate pari a 5/6 Unità, ha consentito sempre una adeguata copertura dell’Area di Operazione.
La probabilità di intercetto, infatti, è rimasta sempre prossima (o superiore) al 90%, senza considerare l’ausilio degli aeromobili, impiegati in maniera consistente, che, di fatto, hanno assicurato la completa e continua copertura dell’Area di Operazione.
- c. Attività svolta
Nel corso del pattugliamento sono state scoperte, localizzate ed identificate 1051 Unità Mercantili, di cui 337 entrate nei porti Libanesi.
Dal confronto con il trasporto marittimo precedente alla rimozione del Blocco Navale, si evince una sostanziale normalizzazione dei traffici marittimi che ha visto, dall’8 settembre, una media di 9,1 Unità in ingresso nei porti libanesi, con una media giornaliera, calcolata sul porto di Beirut, paragonabile con quella registrata negli anni precedenti (6,1).
Nel corso dell’attività 9 bersagli sono stati dichiarati sospetti dal CTF 425 o dalle autorità libanesi e da queste sottoposti a controllo e/o ispezione.
- d.Peculiarità dell’Area di Operazione
L’Area di Operazioni presentava degli aspetti particolari legati alla presenza di aree sensibili in quanto maggiormente interessate da possibili attività illecite.
Tra queste l’area del confine nord del Libano con la Siria è quella dove, su richiesta delle Autorità libanesi, si sono concentrate maggiormente le attività di sorveglianza delle Unità Navali e degli elicotteri. Questa area è, storicamente, quella prescelta per il traffico di armi provenienti dalla Siria e dirette verso i campi palestinesi a nord di Tripoli.
Tra le aree sensibili sono da considerare tutti i campi palestinesi presenti lungo la costa libanese, in quanto al loro interno è maggiormente probabile la presenza di frange armate legate ad organizzazioni terroristiche. Specifico divieto, infatti, è stato dato ai velivoli di transitare in prossimità di tali campi.
Infine, come zona sensibile, è stata indicata anche la zona di confine a sud, interessata da una disputa di confine tra Libano ed Israele e soggetta a sconfinamenti da parte di pescherecci libanesi con reazioni anche a fuoco da parte delle motovedette israeliane.