Il mio impegno con Telethon - di Ammiraglio Giuseppe De Giorgi
Tra le iniziative di cui sono particolarmente orgoglioso c'è sicuramente il partenariato fra la Marina e Telethon. Nel periodo in cui ho guidato la Marina Italiana ho cercato di sostenerla con grande impegno in ogni occasione possibile. D'altronde fra i valori profondi che caratterizzano i veri marinai vi è sicuramento quello di non abbandonare nessuno al suo destino in mare, amici e nemici. Telethon non vuole rinunciare a lottare per un futuro di speranza ai molti, ancora troppi bambini vittime di malattie rare. Ovvia quindi la sinergia fra queste due istituzioni. Questo genere di iniziative esalta e potenzia la coesione tra le persone, stimolando il desiderio di solidarietà e di sostegno verso chi è in difficoltà. “Noi Marinai – ho raccontato nel 2014 al pubblico di Telethon - così come non vogliamo lasciare nessuno indietro in mare, non vorremmo lasciare nessuno indietro nella vita. Telethon è in molti casi l’ultima speranza per le famiglie di quelle persone che hanno malattie rare e oggi quasi invincibili; morbi non “redditizi” per le case farmaceutiche che non ritengono vantaggioso investire in ricerca perché si tratta di casi che non riguardano un alto numero di malati. "
Per il marinaio la lotta contro il mare è impari, il mare non si stanca mai, cerca di sfibrarti, ma se sei resiliente, determinato e coraggioso nella tua navigazione, traguardi inarrivabili possono essere raggiunti, avversari ritenuti invincibili sono finalmente battuti. E così deve essere la nostra lotta contro queste malattie terribili. Ricordo che ogni equipaggio, entrato in contatto con Telethon ne è rimasto gratificato per quello che è stato realizzato insieme.
Le nostre navi da guerra sono un pezzo d'Italia che naviga nel mondo. Così ho deciso che ogni volta che fosse possibile, a bordo ci fosse anche Telethon per portare il suo messaggio di consapevolezza e per raccogliere fondi per la ricerca. Dovunque ci fosse stata la Marina doveva esserci anche Telethon. La naturale propensione dei nostri marinai verso la solidarietà ha fatto il resto, trasformandoci in ambasciatori di Telethon. Abbiamo dimostrato, se ce ne fosse stato ancora bisogno, anche agli occhi di coloro che vedono da una parte i militari pronti solo alla guerra e dall'altra il resto del mondo che possediamo un patrimonio di risorse, competenze e capacità operative in grado di contribuire al bene comune 365 giorni all’anno, ben oltre agli aspetti limitati al combattimento.
E’ stato necessario superare gli steccati ideologici per troppo tempo alimentati artificiosamente, per liberare tutto il potenziale umano e di mezzi che il mondo militare è in grado di offrire alla società. La riprova l'abbiamo avuta ad esempio con Mare Nostrum e con l’operazione del 30° Gruppo navale intorno all’Africa, con a bordo le ONG Operation Smile e Francesca Rava, oltre alle nostre compagne di sempre, le crocerossine volontarie e l’Ordine di Malta.
L’esperienza vissuta insieme, in mare, ha dimostrato come siano assi più numerosi i valori che ci uniscono di quelli che ci dividono.
Auspico quindi con tutto il cuore che venga ridato slancio al concetto di Marina “duale”, aperta alla società civile e alle sue migliori espressioni.