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Chi ha fatto la Legge Navale?

Durante il mio incarico di Capo di Stato Maggiore, la Marina ha conseguito risultati significativi. Uno dei più importanti è stato senza dubbio l’avvio del rinnovo della flotta. Il Parlamento, inserì nella legge di stabilità per il 2014 un finanziamento pluriennale mediante diversi mutui bancari, per circa 5,4 Mld € in 10 anni, divenuti poi 6,7 nell’anno successivo grazie a un provvedimento d’iniziativa del Ministro dell’Economia, mirato a massimizzare l’investimento, passando al finanziamento diretto da parte dello Stato, evitando così il pagamento degli interessi alle banche.

Il provvedimento (definito a suo tempo legge navale o legge De Giorgi dagli amici) ancorché inferiore a come avrebbe potuto e dovuto essere, consentirà, con le necessarie integrazioni annuali, la costruzione di dieci pattugliatori polivalenti d’altura (all’avanguardia per le soluzioni adottate), di una moderna unità d’assalto anfibio tuttoponte, pienamente interoperabile con i mezzi delle altre Marine EU/Nato, una nave logistica di grande capacità e due unità veloci in composito, per supporto alle operazioni speciali. L'operazione è strategica per il futuro della Marina, anche perché permetterà di compensare, almeno in parte, la dismissione di 51 unità obsolete, con navi avveniristiche sotto tutti i punti di vista..

Nelle audizioni in Commissione Difesa, subito dopo la mia nomina, avevo sottolineato che senza un intervento urgente l'Italia avrebbe avuto in breve una Marina non solo superata nettamente da Inghilterra, Francia, come era naturale visto il loro status di potenze nucleari con grandi tradizioni marittime, ma anche da una nazione continentale come la Germania e da altri paesi mediterranei non paragonabili all’Italia per potenzialità economiche, come la Turchia e la Grecia. La Marina italiana si sarebbe ridotta all’irrilevanza nel giro di un decennio. Il provvedimento non sarebbe stato tuttavia utile solo alla Difesa. La costruzione di Navi militari (che include gli equipaggiamenti delle realtà industriali dell’alta tecnologia) è in assoluto l’investimento che ha la maggior ricaduta in termini d’indotto e di occupazione. Si tratta quindi di un investimento di grande importanza anche per il nostro PIL.

Fincantieri così si era espressa a suo tempo «Si tratta di un provvedimento molto importante per il futuro dei nostri cantieri e per quello della Marina militare che, come ha più volte ricordato l’ammiraglio De Giorgi, altrimenti rischiava l’estinzione e che per questo aveva chiesto al governo uno stanziamento di 10 miliardi. Il mare Mediterraneo è mare nostro e lo dobbiamo presidiare, quindi l’Italia deve dotarsi di una Marina che possa assolvere questo compito. I pattugliatori di De Giorgi sono navi polivalenti che potranno essere usate non solo per il contrasto all’immigrazione, ma anche in caso di calamità naturali: pensiamo solo a quanto sarebbero utili se eruttasse il Vesuvio». Fra gli obiettivi che ci eravamo posti vi erano: il rispetto dell'ambiente con la possibilità d’impiego di gas liquido e/o di biofuel per la propulsione, la grande flessibilità operativa derivante dalla notevole modularità delle nuove navi, la capacità  “dual use” (ovvero la capacità di supporto in caso di calamità naturali e di sostegno alla ricerca a tutela dell’ecosistema marino, etc.). L’ investimento di 6,7 Mld €, avrebbe evitato comunque la perdita delle capacità produttive delle aziende coinvolte, il mantenimento dei livelli occupazionali e il risparmio degli ammortizzatori sociali connessi alla paventata dismissione del 50% dei cantieri italiani e un ritorno fiscale per lo stato di 2,5 miliardi. Senza dimenticare che il 90% dei lavori sarebbero rimasti in Italia. Così, nel mio discorso di congedo, ho ricordato quell'importantissimo traguardo raggiunto: “La legge navale è stata un’impresa che ha impegnato la Marina tutta, notte e giorno. Ingegneri, operativi, esperti amministrativi, maestri della comunicazione, abbiamo dedicato tutti noi stessi a impedire la morte della flotta. Quando anche solo parlare d’investimenti alla difesa era un tabù, siamo riusciti non solo a confermare le ultime 4  FREMM, ma soprattutto a dare vita a una famiglia di navi innovative che segneranno il futuro delle costruzioni navali anche a livello internazionale. Economiche nella gestione, rispettose dell’ambiente, polivalenti, pienamente idonee all’alto mare, contribuiranno, in maniera determinante, alla sicurezza nazionale ed alla difesa degli interessi vitali. In tutto lascio in eredità 16 navi maggiori e due unità minori. E’ un risultato di cui dobbiamo e soprattutto dovete andare fieri. Senza di voi, senza il vostro ingegno la vostra dedizione, integrità ed entusiasmo non saremmo riusciti in un’impresa di tale portata, sensazionale sotto tutti gli aspetti”.

Oggi alle cerimonie dei vari e del taglio delle prime lamiere, né il mio successore né la Ministra ricordano il mio nome, evidentemente nel timore che gli possa fare ancora ombra, né quello del Ministro della Difesa pro-tempore Mario Mauro che aveva approvato e sostenuto l’iniziativa della Marina.

Loro non ci fanno una bella figura, anche e soprattutto davanti al personale della Marina, che sa bene qual è la verità. Ed è il ricordo e la stima degli uomini e donne della Marina che conta davvero, almeno per me.

Ammiraglio Giuseppe De Giorgi

Ammiraglio Giuseppe De Giorgi - Chi ha fatto la legge navale?