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Il caso Oruc Reis: Erdogan provoca la Grecia

Erdogan torna a provocare Atene. E’ di nuovo l’isola di Kastellorizo il teatro del confronto. La nave da ricerca sismica Oruc Reis battente bandiera turca, stavolta insieme a due navi da appoggio e a una scorta della Marina militare di Ankara, in data 13 ottobre, ha effettuato i suoi primi (nuovi) sondaggi per la ricerca di idrocarburi. Mossa che ha gettato benzina sul fuoco su una contesa mai sopita e sempre pronta a riaccendersi, rimettendo l’accento sulla questione della sovranità di queste acque “contese” nel Mediterraneo.

A inizio settembre, infatti, la Oruc Reis era stata fatta rientrare dalla Turchia e questo gesto era stato letto come un atto distensivo, di fatto invece era stato causato soltanto da ragioni tecniche. Non a caso Erdogan ha ribadito in un recente discorso ad Ankara che: «Continueremo a dare alla Grecia e all’amministrazione greco-cipriota la risposta che meritano»[1], sottintendendo che non ha alcuna intenzione di lasciare questa questione da parte e che intende portare avanti “l’attività esplorativa” (per adesso fino al 22 ottobre).

Germania e Stati Uniti hanno allora sollecitato la Turchia a interrompere le attività navali internazionalmente considerate illegali (visto che violano apertamente le ZEE di Grecia e Cipro), ma in questi giorni non sembra che la via diplomatica del dialogo stia sortendo gli effetti sperati. Del resto, come potersi fidare di un presidente come Erdogan che sempre più apertamente sta mostrando le sue mire espansionistiche, diretta conseguenza della sua politica di neo-ottomanesimo, che lo vedono a capo di quello che nei suoi piani sarà il Paese leader del Mediterraneo?

Senza contare che questa provocazione si è verificata in un momento di relativa distensione visto che nei giorni precedenti al 13 era stato anche aperto dai Paesi contendenti un tavolo di dialogo a Bratislava per risolvere pacificamente le tensioni giunte al loro apice tra il luglio e l’agosto scorsi. Inoltre, essendo la vigilia della visita ufficiale in Grecia e a Cipro del capo della diplomazia tedesca Heiko Maas, si prospettava il consolidamento di una ipotetica risoluzione nei prossimi mesi.

Non dello stesso parere Erdogan, che invece, a quanto pare, ha colto la palla al balzo per rinfocolare il clima appena sedato. Tanto che Heiko Maas, venuto a conoscenza dell’accaduto, poco prima di salire a bordo del volo che lo avrebbe condotto in Grecia, ha dichiarato all’agenzia di stampa Reuters: «Ankara deve finirla di alternare conciliazioni e provocazioni se il governo è realmente interessato al dialogo come ha più volte affermato»[2]. Maas chiede, insomma, che la Turchia si apra realmente al dialogo e la smetta con le provocazioni astenendosi dalle esplorazioni marittime proprio in quell’area che sa essere internazionalmente riconosciuta di pertinenza esclusiva greca.

La Grecia, da parte sua, ribadisce che se l’atteggiamento turco non cambia, non sarà possibile portare avanti il tavolo di dialogo che era stato recentemente aperto. «Dopo che ieri è stata emessa la nuova notifica di esplorazione illegale Navtex a soli 10 chilometri dalla nostra costa, l’amministrazione turca ha dimostrato di non essere un interlocutore affidabile. Invece di dialogo, ha nuovamente scelto l’escalation, la minaccia diretta alla pace e alla sicurezza nella regione»[3], queste le parole del Ministro degli esteri greco Dendias, che ribadisce anche il sostegno in toto dei rapporti euro-atlantici e si dice molto preoccupato per il comportamento ormai fuori controllo della Turchia.

Tutta la disputa attuale non ruota soltanto attorno a Kastellorizo e ai suoi eventuali giacimenti di petrolio e gas, quello a cui punta la Turchia è più in generale il controllo sul Mediterraneo. «La Turchia cerca il mare come dimensione strategica e si trova accerchiata da un sistema geopolitico che vede coinvolti Egitto, Grecia, Cipro, in parte Israele e la Francia. Rivendicare il diritto di portare avanti i propri interessi in Mediterraneo è una priorità strategica per Ankara per assurgere al ruolo di potenza regionale con influenza non solo sul Mediterraneo ma anche nei Balcani, in nord Africa e in Africa Orientale ex italiana, Somalia in primis. Anche il Mar Nero che è sotto il profilo geopolitico parte del Mediterraneo allargato, si alza la tensione con la Turchia. Navi da guerra egiziane e russe si trovano infatti insieme per compiere esercitazioni in un bacino in cui Ankara gioca un ruolo talassocratico col Bosforo. L’Egitto è nemico della Turchia nel quadro di contrasto intra-sunnismo, dove è allineato con gli Emirati Arabi Uniti – che hanno mandato unità militari a esercitarsi con la Grecia nel Mediterraneo orientale, in chiave anti-Turchia »[4]. Rivalità quest’ultima che si esplica ulteriormente nello scenario libico che vede di nuovo Turchia ed Egitto contrapporsi. Così come anche la Russia, a tratti partner, a tratti rivale, con la quale gestisce rapporti molto complessi su più fronti, in Libia, come anche in Siria e nella recente guerra nel Caucaso.

Perché dunque la Turchia è così pericolosa e va fermata? Perché al contrario dell’Europa (e ancor di più dell’Italia) ha compreso profondamente la rilevanza geopolitica e strategica del Mediterraneo, lasciato invece irresponsabilmente “sguarnito” dagli Stati Uniti. L’Italia che è una nazione marittima, anche se a insaputa di molta della sua classe dirigente, non può sottrarsi a fornire un significativo contributo politico e militare alla stabilizzazione del “Mare Nostrum”.

In altri termini dobbiamo trovare il coraggio di contribuire al contenimento delle mire espansionistiche della Turchia. E’ tempo che l’Italia scelga dalla parte di chi stare in Mediterraneo. Altrimenti per gli interessi italiani finirà male, proprio come è successo in Libia.  

Ammiraglio (a) Giuseppe De Giorgi

[1] https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Nave-turca-Oruc-Reis-raggiunge-la-zona-ricerche-Erdogan-daremo-ad-Atene-risposta-che-merita-b47eff8c-7a61-4962-898e-cd9c502529bd.html?refresh_ce

[2] “Ankara must end the interplay between detente and provocation if the government is interested in talks - as it has repeatedly affirmed”, trad. dell’autore, https://www.reuters.com/article/us-turkey-greece-germany/germany-warns-turkey-against-provocation-in-eastern-mediterranean-idUSKBN26Y0L7

[3] https://it.sputniknews.com/politica/202010139653868-la-grecia-rifiuta-il-negoziato-con-la-turchia-e-chiede-il-ritiro-della-nave-oruc-reis/

[4] https://formiche.net/2020/10/oruc-reis-turchia-grecia/

Ammiraglio Giuseppe De Giorgi - Il caso Oruc Reis: Erdogan provoca la Grecia