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Gli USA e il Mediterraneo dopo l’Insediamento di Biden

Dal 20 gennaio, con l’arrivo di Joe Biden alla presidenza degli Stati Uniti, è verosimile che l’azione del Dipartimento di Stato riprenda le linee tradizionali della politica estera USA, mirate da un lato al contenimento di Cina e Russia e dall’altro a ristabilire il ruolo di guida americana nel mondo, anche tramite il rafforzamento delle alleanze che ruotano intorno agli Stati Uniti, a partire dalla Nato. Il cambio di rotta in politica estera sarà immediato, ma per vedere risultati sul campo ci vorrà tempo. La priorità del nuovo Presidente sarà di ripristinare la coesione nazionale e di riconquistare la fiducia della popolazione sfiancata dalla pandemia e dalla campagna di odio che ha afflitto la nazione negli ultimi anni. Le energie del governo saranno verosimilmente concentrate sul contenimento del Covid e sul rilancio dell’economia, anche tramite massicci aiuti alle fasce più deboli.

E’ in questa fase, caratterizzata da una maggiore attenzione agli alleati tradizionali e dalla necessità USA di leccarsi le ferite in casa che potrebbe emergere uno spazio per il rilancio del ruolo dell’Italia in Mediterraneo. Secondo quanto dichiarato su “La Stampa” da Michael Carpenter (consigliere di lungo corso di Biden per quanto concerne la politica estera), l’Italia potrebbe giocare una parte significativa per una nuova strategia Nato verso il fianco sud. Proprio alla domanda circa il possibile ruolo dell’Italia, Carpenter ha risposto così: «È un tema su cui dobbiamo coordinarci con gli italiani. Penso sarete enormemente importanti per la strategia meridionale della Nato, riguardo Nord Africa e Mediterraneo, che va rafforzata. In queste regioni guarderemo a voi per un ruolo guida, che tocca anche il problema delle migrazioni. […] La Nato deve sviluppare una strategia meridionale più ampia, ma sulla Libia la Ue potrebbe avere il ruolo guida»[1].

Questo spostamento del baricentro di azione è ancora più significativo se visto insieme alla volontà statunitense di spalleggiare Atene nel Mediterraneo appoggiandosi a basi greche per approvvigionamenti e manutenzione della flotta, proprio in un momento in cui la Grecia sta potenziando la sua forza militare (con il sostegno francese).

L’ipotesi della Grecia come punto di riferimento militare di Nato e Stati Uniti in Mediterraneo evidenzia che l’attenzione USA è orientata in primo luogo verso il bacino orientale. “L’America guarderà al Mediterraneo secondo una logica in cui si inserisce non solo il fronte con la Russia, ma tutto il mondo mediorientale, porta di accesso per la Via della Seta in Europa. Per farlo però occorre che il Mediterraneo centrale sia stabilizzato”[2]. Ed è in questa ottica che si apre uno spiraglio per il rilancio dell’Italia, in chiave di forza di stabilizzazione del bacino centrale e dell’intricata situazione libica.

Il punto è: saprà la nostra classe dirigente volgere lo sguardo oltre il perimetro della faida politica interna per occuparsi anche dell’interesse e della sicurezza esterna dell’Italia?

Ammiraglio (a) Giuseppe De Giorgi

[1] https://www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2020/11/11/news/carpenter-per-bidenl-italia-e-strategica-ma-attenti-a-russia-e-cina-1.39524269

[2] https://it.insideover.com/politica/biden-mediterraneo-italia.html

Ammiraglio Giuseppe De Giorgi - Gli USA e il Mediterraneo dopo l���Insediamento di Biden