Stupore a Costantinopoli
Ma come, l’Italia morde? Sarebbe una novità. Per questo probabilmente Erdogan se l’è presa così tanto. La sottomessa Italia, pendolante fra ogni potente di turno. Quella che con Spagna o Franza purché se magna, irrilevante sempre e comunque; in un attimo non c’era più. Fresco da un’ottima missione diplomatica in Libia, dove l’Italia ha dato immediatamente l’impressione di essere rientrata in partita per giocare un ruolo attivo nella rinascita della Libia, Draghi ha dato del dittatore a Erdogan. Lo ha fatto con eleganza, senza battere i pugni. L’ha detto con stile, con franchezza, ma l’ha detto.
Stupore a Costantinopoli.
Si, perché il Presidente del Consiglio Italiano è stato l’unico dei leader europei a essersi ribellato all’affronto fatto alla Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen, lasciata in piedi dal Sultano, mentre monsieur Michel si sedeva lesto, fiero di essere considerato, per una volta almeno, il più importante fra i due. Pazienza se l’Unione Europea veniva umiliata dal Turco. Il Presidente del Consiglio Europeo sembrava quasi contento. All’inizio, poi meno. Intendiamoci, Michel in cuor suo sapeva che avrebbe dovuto alzarsi e dire qualcosa. Dare un piccolo segnale di dignità, anche a costo di far innervosire il Sultano. Invece se ne stava seduto sul trono, ridacchiando goffamente. L’espressione da totem ghirghiso, di chi sa di non essere all’altezza della situazione, troppo grande per lui. Il coraggio o lo si ha o non te lo dà nessuno diceva Don Abbondio nei Promessi Sposi e Charles Michel questo coraggio ha dimostrato di non averlo. Certo anche Ursula Von der Leyen non ha brillato per temperamento. Poteva, forse doveva girarsi sui tacchi e andare in aeroporto. Incontro terminato. Così non è andata. Si è seduta sul sofà, offesa, ma si è seduta. Il segnale dato a Erdogan è che l’Europa lo teme. Per fortuna che la schiettezza del nostro Presidente del Consiglio ha invece mostrato che in Italia il vento è cambiato. Così come ha fatto il nuovo Presidente degli USA Biden quando ha definito Putin un Killer. Sono stati due segnali paralleli.
Non sarà una passeggiata. I turchi non abbozzeranno. Non possono accettare che in Europa ci sia qualcuno che alzi la testa. Prima del bel tempo dovremo affrontare mare contrario. Balleremo un po’, ma se manterremo la barra dritta la navigazione sarà sicura e saremo pronti per quando il mare sarà di nuovo calmo. Il momento è propizio per l’Italia. I Russi sono impegnati in Ucraina, l’America di Biden è tornata protagonista. Lo hanno percepito anche in Libia, ne dovrà tenere conto la Turchia nel governare la sua pulsione neo-ottomana.
Si, probabilmente i turchi compreranno gli elicotteri da qualche altra parte. Forse non compreranno armamenti da noi per qualche tempo. Ma non importa. La nostra politica estera non può essere decisa dal commercio, ma dall’interesse nazionale e dai valori che ispirano la nostra Nazione. Per questo non avremmo dovuto cedere due Fregate nuove destinate alla nostra Marina all’Egitto, nonostante la tragica sorte subita dal nostro connazionale Giulio Regeni, così come non avremmo mai dovuto fare rientrare in India i nostri Sottufficiali del San Marco, per non perdere una commessa di elicotteri italiani (poi persa comunque), così come avremmo dovuto intervenire a difesa di Tripoli, stretta dall’assedio dei miliziani di Kalifa Haftar.
Ci sono occasioni in cui bisogna avere un po’ di coraggio. Negli ultimi anni, troppo spesso abbiamo abbassato la testa. Questa volta è andata diversamente. C’è un Drago a Roma, anzi di più: abbiamo Draghi!
Ammiraglio (a) Giuseppe De Giorgi